Cambiare la relazione di coppia.
Nella mia pratica clinica le problematiche di coppia rappresentano una delle sfide più ambiziose. Devo dire che mi piace molto generalmente lavorare con loro perché le sedute sono raramente noiose e succede sempre qualcosa di interessante!
L’idea di questo breve scritto nasce dopo aver ascoltato un video di un collega che ben spiegava le difficoltà di introdurre cambiamenti nella propria relazione di coppia.
In un’ottica sistemica, invitava, invece che puntare il dito sull’altro, a domandarsi cose del tipo: io soddisfo il mio partner? Sono un buon compagno/a per l’altro/a? cosa posso migliorare di me? Invece che aspettarsi e chiedere insistentemente all’altro di cambiare invitava quindi, a provare a cambiare se stessi, cosa del resto in teoria più semplice.
Sosteneva ancora, in questo articolo che se riuscirai a cambiare te stesso, nella relazione con l’altro, questo produrrà un effetto domino che farà cambiare anche l’altra persona.
La realtà però dalla mia esperienza è un po’ più complessa.
Tutto vero quello che sostiene il collega, uno dei principali problemi nelle relazioni di coppia è che i partners puntano il dito ognuno verso l’altro e non riescono ad assumere una posizione “io”.
Cambiare se stessi, per cambiare l’altro in un sistema di relazione, è sostenuto dalla teoria dei sistemi. In un sistema composto da due o più elementi in relazione tra loro, il cambiamento di un elemento tenderà a cambiare anche gli altri elementi. La ragione è che i sistemi, compresi quelli umani tendono a raggiungere e mantenere un equilibrio dinamico e quindi poiché il cambiamento di uno di questi elementi produce un disequilibrio gli altri elementi saranno costretti a trovare una nuova posizione per ripristinare un equilibrio differente dal precedente.
Va bene non mi addentro in noiose discussioni teoriche. La domanda è perché è così difficile cambiare me nella relazione di coppia?
Perché pur se riesco a cambiare delle cose della mia vita, la miglioro e sono maggiormente soddisfatto, proprio non riesco a farlo con lei/lui e mi ritrovo sempre nelle stesse distruttive dinamiche?
Uno psicoterapeuta francese, P.Caillè parla della coppia non come la somma dei comportamenti di uno e dell’altra ma come qualcosa di unico e differente. Per dirla con i Gestaltisti, il tutto è differente dalla somma delle singole parti. La coppia è un terzo qualcosa di diverso e per certi aspetti autonomo, per così dire, ha una sua vita indipendente e tende alla propria sopravvivenza.
Cambiare infatti in una relazione di coppia significa rischiare di mettere seriamente in crisi il proseguimento della relazione. Del resto questo è sostenuto anche dalla teoria dei sistemi accennata sopra. Se il sistema dopo aver ricevuto una perturbazione non riesce a trovare un nuovo equilibrio non sopravvive!
Quando incontriamo qualcuno/a e con questa/o decidiamo di iniziare un rapporto stabile, portiamo all’interno della relazione una serie di bisogni e motivazioni consapevoli ma anche inconsapevoli e la relazione di coppia sarà l’insieme di questi bisogni profondi e per lo più inconsapevoli dell’uno e dell’altro. Quindi ciascun partner risponde in modo soddisfacente alle richieste dei bisogni profondi dell’altro. Possono essere anche richieste che producono dolore o non fano stare bene, ma la cosa importante è che rispondono ad esigenze profonde legate a schemi e modi di fare antichi, che abbiamo imparato nelle nostre famiglie di origine.
Ogni partner nella coppia con il procedere del tempo e il proseguimento della relazione assumerà un ruolo: insegnante, allievo; vittima carnefice, infermiera, malato ecce cc. Il ruolo risponde a quegli antichi desideri, alla propria visione del mondo per dirla con Elkaim.
Torniamo al cambiamento. Se in una relazione una persona assume la posizione di infermiera l’altro perché la coppia funzioni deve assumere la posizione di malato o comunque di chi ha bisogno di soccorso. Poniamo che lei si sia stancata e questo ruolo, per una serie di motivazioni interne ed esterne, comincia a non piacerle più e quindi vuole cambiare. La questione nella coppia è che se lei non farà più l’infermiera cosa farà il partner bisognoso di soccorso? Avrà due possibilità o cambia anche lui oppure si cercherà un’altra infermiera.
In ogni caso, indipendentemente dalla scelta, la coppia come conosciuta prima non esisterà più, dovrà scomparire e a questo la coppia stessa si difende proteggendosi da cambiamenti.
Questo è il rischio del cambiamento all’interno di una relazione di coppia, quello di perdersi, di lasciarsi e questa è una delle tante ragioni del perché le coppie fanno molta fatica a cambiare le dinamiche delle proprie relazioni.
Queste sono anche le ragioni perché anche con l’aiuto di un professionista capace di indicare buone strategie relazionali ed esercizi da svolgere, per migliorare la relazione di coppia, spesso questi tentativi naufragano davanti la percezione del rischio che la coppia non sopravviva ai cambiamenti auspicati. In queste situazioni la posizione del terapeuta dovrebbe forse essere quella di chi aiuta a far emergere la dinamica relazionale e le ragioni profonde del legame di coppia. Ai partners la difficile decisione se rischiare il cambiamento oppure mantenere la situazione immutata.