Riflessioni sull’uso
Premesse.
Negli ultimi due anni, a causa della situazione pandemica legata al SARS COV 19, l’utilizzo della rete internet e delle piattaforme dedicate alla comunicazione ha subito un’accelerazione impressionante.
Se prima del 2020 piattaforme come zoom, meet o skype erano sconosciute, poco note o comunque non utilizzate se non da chi ci lavorava o da chi ne faceva un uso saltuario, con la pandemia tutti abbiamo imparato a conoscerle e a utilizzarle nella vita di tutti i giorni sia nella sfera professionale che in quella privata.
Tutto questo ha portato a:
- Un importante maggiore utilizzo di piattaforme di comunicazione online e quindi una maggiore familiarità con questa tecnologia.
- Un cambiamento nella percezione delle possibilità che offre internet sia per i professionisti che non si erano mai posti la questione e che hanno visto aumentare opportunità fino ad allora inesplorate ma anche per potenziali clienti che hanno conosciuto così la possibilità di accedere con maggiore facilità e velocità a servizi capaci di rispondere ai propri bisogni.
Così In questi ultimi due anni, una importante fetta di consumo e accesso ai beni e servizi è passato attraverso piattaforme online. Questa situazione generale ha coinvolto anche il campo medico così come pure la psicologia sia per ciò che riguarda la formazione sia per quanto riguarda la pratica clinica.
È avvenuto quindi, che in questo periodo molti, quasi tutti, i professionisti della salute mentale sono migrati online visto la situazione proibitiva legata al covid. Quello che è accaduto è che anche i più restii, i più scettici tra i colleghi hanno potuto apprezzare le potenzialità della psicoterapia o della consulenza fatta da remoto.
Ad oggi, nonostante la situazione sia migliorata rispetto a febbraio 2020 e viviamo attualmente una fase in cui non ci sono limitazioni, molti professionisti che si sono spostati online o ci sano riamasti o comunque hanno affiancato al tradizionale setting psicoterapico in studio e in presenza questo nuovo (si fa per dire) setting da remoto. Insomma i cambiamenti avvenuti sono rimasti.
Skype, zoom, wath up e molte delle piattaforme utilizzate esistevano anche prima del 2020 così come internet.
Perché allora prima questo non avveniva?
Bhè, le cose non stanno proprio così. Infatti la psicoterapia online non è affatto una pratica nuova. Nasce ben prima del 2020. Sono molti anni infatti, che esiste la psicoterapia online e sono molti i colleghi che da tempo la propongono e ci lavorano. Quello che è accaduto è l’allargamento e la diffusione del suo utilizzo a causa del contesto nuovo e straordinario che ci siamo trovati a vivere.
Questo ha, di fatto, comportato che anche i colleghi più restii a pensare alla possibilità di fare psicoterapia online si sono trovati costretti a farlo scoprendo, nella maggior parte dei casi, che questo era possibile e utile, se non a volte indispensabile.
Ma le perplessità che fine hanno fatto? È meglio la psicoterapia online o in presenza?
Le perplessità parzialmente sono rimaste ma sono anche, almeno in parte state superate. Quello di cui sembra esserci accorti è che intanto è assolutamente possibile fare percorsi di psicoterapia online, del resto questi sono da tempo regolamentati dall’ordine degli psicologi e che di fatto, ciò che fa la differenza nella buona riuscita di una psicoterapia, non è la presenza vis a vis ma la relazione Psicoterapeuta/Cliente che si è in grado di costruire e se è online va bene lo stesso.

Quindi psicoterapia online si o no?
Ritengo che in linea generale la risposta è si ma….vale la pena evidenziare vantaggi e svantaggi che pure ci sono.
Partiamo dai vantaggi poiché sono evidenti:
- Con questa modalità è possibile scegliersi lo psicoterapeuta con una scelta che prima non era impensabile.
Questa possibilità a mio avviso è straordinaria. Lo è ancora di più per chi abita in piccoli centri o dove la presenza e l’offerta della proposta psicoterapeutica è minore. Oggi navigando su internet visitando siti o piattaforme dedicate o visitando profili e pagine social, è possibile scegliersi il professionista a cui ci si vuole affidare anche se è a centinaia di chilometri di distanza.
Quindi attraverso questa modalità si ha una scelta maggiore e questo ha un effetto indiretto positivo sull’offerta proposta spingendo ad una formazione e competenza sempre maggiore e accurata.
- Attraverso questa modalità può accedere alla psicoterapia anche chi svolge lavori con orari improbabili o chi per lavoro o per altri motivi è costretto a spostarsi di continuo da una città ad un’ altra.
Attualmente seguo persone ad esempio che fanno lavori che li portano spesso fuori. Con la modalità online è possibile che io li segua mentre prima sarebbe stato semplicemente impossibile fare un percorso psicoterapeutico.
- Il risparmio di tempo e di soldi.
In una città di media grandezza uno spostamento in macchina o con i mezzi può necessitare di diverso tempo. La modalità online elimina i problemi di trasporto come prendere la macchina e impiegare magari un’ora per raggiungere lo studio, parcheggiare ecc. Il setting da remoto dà la possibilità anche a chi ha figli o situazioni familiari complicate, di organizzarsi più agevolmente. Insomma è di fatto di una comodità assolutamente maggiore.
Ritengo che questi siano i vantaggi più visibili e immediati.
Tuttavia esistono anche degli svantaggi o delle contro indicazioni che riguardano aspetti più complessi e non meno importanti e che fanno da controcanto ai vantaggi.
Quali svantaggi?
- Uno svantaggio o un rischio è che questa infinita possibilità di scelta può complicare più che facilitare. Si corre il rischio che si sceglie il terapeuta che ci fa “più comodo” e non quello “più opportuno”.
Il concetto alla base di queto rischio è il fatto che le persone che stanno male per qualche motivo, vorrebbero stare meglio ma in realtà senza cambiare davvero o comunque il meno possibile, della loro vita e delle loro relazioni. Spesso si cerca qualcuno che ci guarisca, che ci dia la soluzione ai nostri problemi. Tuttavia la psicoterapia non è questo ma piuttosto un percorso di crescita che porta ad una evoluzione e ad un impegno reciproco. Lo psicoterapeuta è molto diverso dal dentista in cui il cliente si siede sulla sedia e apre la bocca e il dentista fa tutto il lavoro. Così si può correre il rischio di rivolgerci proprio a chi ci garantisce (almeno cosi pensiamo) di non cambiarci troppo. Come dire sceglieremo lo psicoterapeuta che ci sembra essere in sintonia con “noi stessi”. Ma “noi stessi” in quel momento è un “noi stessi” in difficoltà!
Questa possibilità di scelta rischia di spostare molte responsabilità sul terapeuta come se si pensasse che esiste il terapeuta giusto a priori. Cerco il terapeuta più bravo, quello che ha recensioni migliori ecc. pensando che se poi fallirà sarà perché non è stata una buona scelta e il terapeuta non era competente. Sappiamo che la psicoterapia non funziona così e che falliscono o non hanno successo anche psicoterapeuti bravissimi. Perché al di là della tecnica e delle conoscenze teoriche la psicoterapia consiste sempre in un incontro “speciale” e in un lavoro “Co-costruito” in cui partecipano tutte le persone coinvolte.
- La percezione dello spazio terapeutico.
In un setting classico, nello studio per intenderci, il viaggio per recarsi alla seduta, l’organizzazione necessaria per svolgerla, aspettare in sala di attesa, gli odori, l’arredamento dello studio, il contatto visivo con il terapeuta e poi ancora uscire dallo studio ecc.. sono tutti aspetti integranti il percorso terapeutico.
Un cliente che si reca allo studio del terapeuta ad esempio e mentre sta guidando per raggiungerlo, pensa all’ultimo incontro avuto oppure si domanda cosa dirà al terapeuta, sceglie gli argomenti o gli eventi che vuole condividere ecc. Insomma prima dell’incontro si costruisce un pensiero, una predisposizione che di fatto fa parte del rapporto terapeutico.
Quando si usa la modalità online viceversa può accadere che una persona appena due minuti prima dell’inizio della seduta era in camera a giocare con il figlio, o stava facendo un collegamento di lavoro o stava partecipando ad una riunione online. Così non appena si chiude l’attività si entra in “stanza di terapia”, anche se virtuale, non beneficiando di un momento preparativo e spesso utilizzando lo stesso strumento tecnologico usato fino a poco prima per altro (vedi punto 4.). Si rischia di non avere un momento di compressione e di decompressione. Così appena finita la seduta online si continua immediatamente un’altra attività casalinga o familiare non avendo o non ritagliandosi la possibilità di assorbire, elaborare o riflettere sull’incontro appena avuto. Questo è un aspetto importante perché rischia di impoverire e banalizzare il contesto psicoterapeutico che diventa una delle tante attività della giornata. Un’ora impegnata e non un’ora dedicata.
- Il terzo svantaggio riguarda la relazione terapeutica. Su questo punto si potrebbe discutere molto tuttavia cerco di semplificare. Poiché sappiamo che una psicoterapia è efficace quando c’è una buona relazione tra cliente e terapeuta intendendo con buona relazione un rapporto basato su un attaccamento sicuro, la domanda da porsi è : è possibile costruire un attaccamento sicuro attraverso la modalità online?
I dati sembrerebbero dire di si. Tuttavia questa modalità può solleticare e amplificare alcune difficoltà e resistenze nella costruzione della relazione. Di fatto può accadere che una relazione da remoto sia percepita meno impegnativa e una relazione dove ci si coinvolge di meno. Poiché sappiamo anche che nelle persone che hanno difficoltà e sono in crisi, l’aspetto relazionale è centrale, questo aspetto obbliga a fare molta attenzione.
Quindi lo svantaggio è che questa modalità per alcuni può rappresentare una scelta dettata da resistenze e da un funzionamento regressivo e non la sincera richiesta di aiuto.
- Un’ altro svantaggio o meglio rischio, riguarda ancora un’ aspetto che ha a che fare con la percezione dell’importanza di ciò che si sta facendo.
Lo studio del terapeuta è unico e si va in quel luogo solo per l’ora di terapia. Viceversa internet e queste piattaforme come ad esempio zoom o skype, sono utilizzate per cose professionali o personali- inoltre internet e l’utilizzo del web rappresentano spesso luoghi di segreti, trasgressioni e sarà lo stesso strumento utilizzato per la psicoterapia. Questo rischia di far percepire l’ambiente meno prezioso, meno unico e utilizzarlo in modo distorto e facilitando scivolamenti di contesto.

Concludendo:
L’argomento è ampio e non affatto semplice. Per queste ragioni i colleghi che utilizzano questa specifica modalità dovrebbero sempre fare riferimento al codice deontologico della professione e alle ormai tante ricerche sull’argomento. È una realtà che ad oggi la psicoterapia online viene praticata e che le ricerche dimostrano la sua efficacia.
È una realtà anche il fatto che in futuro sarà sempre più vero e sempre più persone tenderanno a usufruire di questa particolare modalità.
Questo tuttavia non è una cosa buona in assoluto ma dipende dalle situazioni.
Oggi e sempre più in futuro, un algoritmo di qualche software ci dirà il nostro psicoterapeuta più adatto. Questo per certi versi spaventa. È indubbio che questa tecnologia aumenta le opportunità ma rischia di esporci a manipolazioni e a ridurre la nostra libertà e consapevolezza di scelta. Così da una parte ci sentiamo maggiormente liberi e ci accomodiamo su modalità più economiche, più veloci e meno impegnative ma in realtà stiamo scegliendo qualcosa indicataci da altri. Per quanto riguarda questioni di salute questo non è sempre un bene. Per come la vedo io infatti la psicoterapia mira sempre a fare in modo che il clienti impari ad avere il completo controllo su se stesso e sulla propria vita se cominciamo ad affidarci ad un algoritmo non cominciamo bene!
Quindi per rispondere alla domanda: psicoterapia online si o no? La risposta è dipende.
Dipende da molte cose sia che fanno riferimento alle modalità di lavoro del professionista sia che fanno riferimento alla modalità e agli schemi di personalità del cliente.
Quindi nella ricerca di uno psicoterapeuta online, le persone dovrebbero affidarsi a professionisti con esperienza sia come psicoterapeuti, sia come psicoterapeuti online e capaci di fare un’analisi della situazione in modo accurato tenendo conto di tutti gli aspetti e i risvolti del caso.
Sintetizzando: in alcuni casi la modalità online risulta essere assolutamente adatta tuttavia questo non è sempre vero e in molte situazioni anzi, è vero il contrario.
Per tutte queste ragioni bisogna sempre affidarsi a professionisti certificati (iscrizione all’albo nella sez A consultabile sul sito albo online), attendibili e con esperienza capaci di fare una buona analisi della domanda e una buona consulenza iniziale che sia in grado di costruire un setting adatto, sicuro e utile o comunque orientare il cliente verso la modalità più opportuna.
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