Cookie Policy La famiglia organizza la personalità - Dott. Igor Siciliano

L’importanza del processo di attaccamento

 

Premessa:

Negli ultimi anni come psicoterapeuta mi sono interessato molto alla teoria dell’attaccamento (J. Bolwlby), a mio avviso, di straordinaria utilità e ancora poco utilizzata da molti clinici in ambito psicoterapico. Forse anche per il mio ciclo di vita e per la mia età, il mio percorso formativo mi ha portato ad approfondire alcuni modelli di intervento e alcune teorie cliniche differenti. Se pur non propriamente divulgativo questo scritto ha l’intento di voler far riflettere tutti, mamme, papà e in generale le figure che accudiscono bambini della loro importanza per il bambino che accudiscono. Sicuramente alcune conoscenze cliniche e teoriche possono, rendendole fruibili, essere utili a tutti.

Due famiglie organizzano la personalità:

L’affermazione che la famiglia organizza la personalità, può essere ritenuto un assioma.

La personalità di una persona è il frutto di una complessa interazione tra fattori genetici, ereditari e quindi “caratteriali” e apprendimenti cioè a fattori sociali-ambientali.

In quale percentuale? Non è dato saperlo con precisione ma le ricerche ad oggi presenti nel panorama internazionale sostengono che l’influenza si aggira intorno al 50% per ciascun fattore.

Gli psicologi e gli psicoterapeuti si occupano dei fattori appresi e quindi parliamo di fattori socio-ambientali. Avere una teoria strutturata e solida su come insorgono i sintomi guida e permette un intervento clinico efficace.

In che modo allora la famiglia organizza la personalità?

Avviene attraverso un complesso e straordinario processo che dura diversi anni in cui sono determinanti ancora una volta i fattori biologici e gli apprendimenti. La palestra, il luogo, dove tutto questo avviene è la propria famiglia o più precisamente l’ambiente in cui il bambino vive e le persone con cui è in contatto nei suoi primi anni di vita.

Questo è un concetto che porta a ritenere la patologia psichica e i sintomi nell’adulto, non il frutto di un guasto ereditato (nè tanto meno che l’essere umano sia guidato dall’aggressività o da impulsi di tipo sessuale), ma il tentativo di adattarsi ad un certo ambiente attraverso comportamenti appresi in passato che si rivelano disadattivi nel presente:

I sintomi del disturbo mentale, sia sull’asse I che dell’asse II, sono in realtà degli effetti naturali che si sono sviluppati per facilitare l’adattamento, ma sono stati associati in modo errato, ovvero questi effetti si attivano, si scatenano, vengono fuori nel contesto sbagliato. La rabbia, l’ansia e la depressione esistono per dei validi motivi..[…]”. (L.S. Benjamin seminario Roma)

Nella famiglia, e più in generale nell’interazione e nella relazione con le figure di attaccamento, il bambino apprende a regolare i propri affetti e i propri comportamenti. È all’interno di questo scenario  relazionale con le figure di attaccamento e nella interazione ripetuta nel tempo con queste, che il bambino impara a costruirsi la mappa del mondo e ad apprendere le regole, esplicite ed implicite, che governano le relazioni.

Attraverso quello che Bowlby ha chiamato modelli operativi interni (MOI), , le figure di attaccamento continueranno a guidare il comportamento e il sistema di valori, regole e concetto di se anche in futuro. Come spiega la professoressa Benjamin: ogni sintomo dell’adulto può essere collegato ad una figura chiave  attraverso i processi di copia sostenuti dal dono d’amore con un collegamento diretto in un rapporto di causalità”. (L.S. Benjamin seminario Roma)

 

A tale proposito la Benjamin parla di “famiglia nella mente”: quell’insieme cioè di rappresentazioni che ogni individuo ha interiorizzato durante il suo sviluppo, in relazione alle figure di attaccamento e che ne determinano ancora nel presente le norme, i valori, il concetto di sè e la regolazione degli affetti. Quindi ad essere precisi ad organizzare la personalità vi è inizialmente la famiglia reale, attraverso l’interazione con le figure di attaccamento, poi il processo, attraverso le interiorizzazioni, diverrà intrapsichico e le norme, i comportamenti e la regolazione degli affetti avverranno in relazione alla famiglia che l’individuo si porta nella testa.

I riferimenti teorici proposti potrebbero essere approfondi e sono sicuramente più complessi di come fino ad ora esposti. Ma va al di là dell’obiettivo di questo breve lavoro farlo. Quello a cui tenevo, era dare dei riferimenti scientifici a quella convinzione che ormai, anche nel senso comune è diffusa, ovvero che le famiglie, i genitori e in generale le figure che accudiscono i bambini avranno un impatto ed un’influenza importante su di essi. Non solo nel presente della relazione ma anche nella costruzione del loro futuro poiché crescendo gli apprendimenti avuti resteranno attivi e guideranno i comportamenti in età adulta.

Se da una parte questo può spaventare dando di fatto grandi responsabilità a chi cresce dei bambini dall’altro apre grandi opportunità per farlo al meglio poiché anche il ruolo di genitore o più in generale di figura di accudimento può essere appresa e perfezionata.