Cookie Policy Disturbo di personalità - Dott. Igor Siciliano

Nell’era in cui tutti sono un pò  psicologi non è raro che pensando all’ultimo fidanzato o fidanzata si pensi in termini di “era matto/a” aveva seri problemi” o al proprio figlio dicendo(gli) è disturbato! Gli esempi possono essere molti.

In tanti si saranno sentiti dire di essere dei narcisisti o degli ossessivi o dei passivi aggressivi! Ma cosa si intende per disturbo di personalità?

La clinica definisce il disturbo di personalità in questo modo:

indica “manifestazioni di pensiero e di comportamento disadattivi che si manifestano in modo pervasivo (non limitato a uno o pochi contesti), inflessibile e apparentemente permanente, coinvolgendo la sfera cognitiva, affettiva, interpersonale ecc. della personalità dell’individuo colpito. Si parla di disturbo nel momento in cui tale manifestazione sintomatologica causa disagio clinicamente significativo”.

In genere quando la persona funziona bene, cioè in modo adattivo al proprio contesto di vita, si caratterizza generalmente per alcuni tratti di personalità. Chi più chi meno abbiamo tutti tratti narcisisti o istrionici o ossessivi ecc, ma alcuni ci caratterizzano di più che altri; è un modo di funzionare, un privilegiare alcune modalità piuttosto che altre. Modalità apprese nella nostra vita ed esperienze. Questo nelle normali condizioni di vita.

Quando però subiamo una situazione fortemente stressante la nostra mente tende ad irrigidirsi e a difendersi e può scivolare in un funzionamento borderline ed utilizzare meccanismi difensivi più immaturi nel tentativo di difendersi dalle emozioni e dai pensieri provocati dalla situazione reale o percepita. Anche in questo caso non si può parlare però di disturbo di personalità poichè il funzionamento è temporaneo e non cronico e duraturo ma una reazione ad un evento o fase stressanti.

Se tutti funzioniamo in modo più o meno adeguato cosa avviene quando siamo in presenza di un disturbo di personalità?

Questo si caratterizza per una rigidità nei modi di fare e percepire la realtà da parte della persona in modo così pervasivo da incidere fortemente sugli aspetti relazionali, lavorativi ed emotivi. Questo tipo di funzionamento si riscontra nell’entrata dell’età adulta e persiste nel tempo.

Si parla di un disturbo di personalità dopo l’adolescenza poichè prima la personalità è in evoluzione e proprio nell’adolescenza si assistono a grandi trasformazioni e un modo di funzionare “al limite”.  Oggi sappiamo che il D.P. non dipende da un guasto interno alla mente o  un difetto di fabbrica, ma è uno stato, un modo di funzionare, che si è costruito nel tempo in risposta a un particolare contesto ed ha a che fare con le relazioni significative nelle prime fasi di vita della persona. É proprio in relazione con i propri genitori e nel proprio contesto di vita che, il futuro paziente con disturbo di personalità, si forma.

In linea di massima i disturbi di personalità ( così come i tratti di personalità) vengono divisi in 3 gruppi detti Cluster in base ad alcune caratteristiche:

Cluster A: Disturbi di personalità caratterizzati da condotte strane o eccentriche

Qui troviamo gli Schizotipici, gli Schizoidi e i Paranoidei.

Cluster B: sono quelle personalità che si caratterizzano per un certo livello di impulsività.

In questo gruppo troviamo l’Antisociale, il Borderline, L’Istrionico e il Narcisista

Cluster C: sono personalità ansiose.

Qui troviamo l’Evitante, il Dipendente e l’Ossessivo Compulsivo.

La psichiatria (soprattutto quella italiana) da poche speranze a chi si caratterizza per un disturbo di personalità e privilegia l’uso dei farmaci alla psicoterapia. Ciò che la psichiatria spesso non dice con chiarezza è che i farmaci non curano il disturbo di personalità ma tendono a controllarne le manifestazioni. Fortunatamente nel campo proprio della psicoterapia sono stati fatti molti passi avanti sia nella comprensione che nella cura dei disturbi di personalità.

Il lavoro psicoterapeutico in questo campo è un lavoro duro e faticoso, ma possibile.